Un nuovo percorso di benessere: metodo Antico Thermale Romano

Da quando la medicina allopatica ha sostituito in modo istituzionale e radicale l’uso della Naturopatia e le conoscenze utilizzate nell’antichità per trattare le cause delle patologie e delle malattie, anche altri settori dedicati alla cura della persona di fatto hanno dimenticato la validità degli insegnamenti dei nostri antichi. Infatti, in questo periodo, le persone che si rivolgono ad esperti e medici trovano un supporto frammentato e settoriale e ormai da anni con l’avvento della tecnologia è divenuto tutto un fai da te. Il Business delle case farmaceutiche e di altri settori ha orientato le proposte di farmaci da conforto o ad esempio di apparecchi per il trattamento del corpo umano in presenza di dolori o altre problematiche facendo sì che gli operatori e gli specialisti non si occupino più di valutazioni approfondite sulla persona, bensì creando negli utenti un diffuso malumore e preoccupazione e una ricerca sempre più incessante di Espe…

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Rimedi contro la sindrome di fine estate: Fiori di Bach

Cristina Granieri, naturopata e floriterapeuta, ci parla dei benefici dei Fiori di Bach e del loro utilizzo come rimedi contro la sindrome di fine estate. Con l'abbassamento delle temperature, i primi accenni di maltempo e l'accorciarsi delle giornate, la sindrome di fine estate avvolge con la sua malinconia e nostalgia molte persone. Il ritorno dai luoghi di villeggiatura, che rappresentano una sorta di limbo che si oppone alla routine quotidiana del resto dell'anno, può influenzare negativamente l'umore sia degli individui più sensibili, sia di coloro che amano il proprio lavoro e che tendono a diventare insofferenti senza il lavoro che impegna le loro giornate. Percepire ancora sulla pelle i profumi del mare e della montagna, in bocca i sapori di cibi esotici e negli occhi i paesaggi impressi nella memoria, può rendere difficile il ritorno alla quotidianità; chi invece non è potuto partire avrà avuto comunque la possibilità di cambiare le proprie abitudini, magari sv…
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Glutammato sodico: innocuo o nocivo?

Il glutammato sodico non è altro che il sale dell'acido glutammico, ovvero un aminoacido già naturalmente presente negli alimenti. Tale sostanza rappresenta anche un additivo che l'industria alimentare utilizza per esaltare il sapore dei cibi, quindi come "esaltatore di sapidità". Il glutammato sodico è presente in molti prodotti sul mercato, in quanto la sua funzione consiste nel rendere più appetibili gli alimenti nei quali viene aggiunto: è il caso di insaccati, carne e pesce in scatola, salse, dadi da brodo, minestre già pronte. Tuttavia, secondo la rivista "Altroconsumo", il glutammato sodico è da considerarsi sostanza sospetta, qualcosa di cui diffidare, in quanto la sua assunzione può provocare delle conseguenze sulla salute delle persone. Inoltre molto spesso questo additivo viene considerato un pericolo, poiché si ritiene che sia in grado di scatenare alcuni tipi di allergie se utilizzato in grande quantità, come accade nei ristoranti cinesi e giapponesi. (alt…
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La Zeolite, il potere antiossidante

La Zeolite è un allumosilicato idratato dei metalli alcalini ed è un minerale di origine vulcanica dalla struttura microporosa in grado di assorbire, chelare e rimuovere sostanze dannose e tossiche nel tratto gastro-intestinale, contribuendo alla prevenzione e alla riduzione dello stress ossidativo. Viene chiamata anche “pietra che bolle” dal greco zein "bollire" e lithos "pietra", e caratteristicamente quando viene scaldata libera acqua senza modificare la struttura dell’alluminio silicato idrato. La zeolite è in grado di scambiare i propri cationi liberi con altri metalli. Per fare un esempio, se una Zeolite di sodio viene immersa in una soluzione di alluminio concentrata, tale Zeolite si trasformerà in una zeolite di alluminio. Sappiamo che l’effetto che ha una quantità eccessiva di alluminio nei tessuti biologici è la comparsa di disturbi neurologici, che può anche degenerare nel morbo di Alzheimer, questo perché l’alluminio si deposita prevalentemente nel cervello. …
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Il magico Kefir, il probiotico per eccellenza

Salvatore Iovino, riflessologo e naturopata, ci parla del Kefir. Quante volte abbiamo sentito parlare di Kefir? Una bevanda ricca di probiotici ottenuti dalla fermentazione del latte dal sapore leggermente acido, o alcolico e frizzantino se fatto fermentare in acqua zuccherata.

Il Kefir, o Kefiran, è una bevanda fermentata ricca di ceppi di batteri benefici, facilmente digeribile che, se assunta regolarmente, regala al nostro organismo benessere e longevità.

Ce ne sono di due tipi: quello d’acqua e quello di latte. I grani di Kefir d’acqua sono riconoscibili per la loro trasparenza, mentre quelli per il latte sono di un colore bianco. Se i grani del latte vengono utilizzati per creare il Kefir d'acqua, non è più possibile usarli poi per preparare una bevanda di Kefir di latte.

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Latte d’oro: benefici e ricetta

In natura è presente tutto ciò che può aiutarci a sopravvivere: prima del proliferare delle industrie farmaceutiche, la cura e la prevenzione delle malattie era affidata a metodi naturali che col tempo sono stati soppiantati, senza tuttavia essere stati dimenticati. A questa tradizione appartiene certamente uno degli strumenti più potenti e carichi di effetti benefici per il nostro organismo: il latte d'oro. Esso non è altro che una mistura a base di curcuma, cannella, miele, latte di riso e olio di mandorle: tutti ingredienti ricchissimi di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antivirali e antibatteriche. Per preparare questa ottima e salubre bevanda è necessario prima di tutto preparare un composto con 50 gr di curcuma e 100 ml di acqua da scaldare a fuoco lento in un pentolino, mescolando di continuo finché non si sarà ottenuta una pasta compatta, che si potrà conservare in frigorifero per un mese e utilizzare poco a poco quando opportuno. Il secondo passo sar…
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Sintomi e terapia per chi soffre d’intolleranza al lievito di birra

Il lievito di birra, composto prevalentemente da 'Saccharomyces cerevisiae', è usato per lievitazione del pane o nel processo di fermentazione della birra, è ricco di vitamine e minerali, tuttavia può causare disturbi intestinali o vere e proprie intolleranze. L'intolleranza al lievito di birra si manifesta con sintomi precisi che sono: mal di pancia, bruciori di stomaco, diarrea, gonfiore di stomaco, stitichezza, indigestione, flatulenza, mal di testa, spossatezza e nervosismo. Per accertarsi di essere intolleranti lievito di birra è possibile eseguite il cosiddetto Food Intollerance Test che riesce a individuare la percentuale di intolleranza, stabilendone l'esatto valore numerico. In caso di intolleranza occorre evitare tutti i cibi che contengono il lievito di birra come: il pane, la pizza, la pasta, lo yogurt, i funghi, i formaggi stagionati, alcuni farmaci, il miele, cibi in scatola, dadi e gli alcolici fermentati come il vino e la birra. (altro…)
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Fiori australiani: cosa sono e perché sceglierli

Fiori di Bach, californiani e... australiani! Anche l'isola più estesa al mondo, così grande (7.682.300 chilometri quadrati) da essere considerata un continente, è diventata negli ultimi decenni protagonista della floriterapia grazie a Ian White e ai suoi studi sui Fiori australiani. Chi è Ian White? Nominare Ian White significa dire Australian Bush Flower Essences, la grande casa che si occupa di produrre e distribuire a livello mondiale essenze e prodotti a base di Fiori australiani. White ne è fondatore, oltre che naturopata ed erborista da cinque generazioni e per i suoi studi, si ispirò alle conoscenze degli Aborigeni australiani sulle capacità terapeutiche dei fiori. Nacquero così i Fiori australiani, ma che cosa sono esattamente? (altro…)
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Intolleranze alimentari e tumori: come prevenirli

Il cibo è il principale strumento per prevenire numerose malattie ed evitare altrettanti rischi per la salute, questo perchè tutte le cose che ingeriamo hanno effetti sia positivi che negativi per il nostro organismo. In particolare le intolleranze alimentari hanno parecchie relazioni derivanti dal rischio dei tumori. Numerose ricerche ed analisi fatte in laboratorio, hanno dimostrato che le intolleranze alimentari più che intolleranze in questi casi vanno chiamate come “infiammazioni da cibo”, ovvero quando il nostro organismo reagisce in maniera differente all'ingerimento di alcuni cibi, producendo sostanze infiammatorie come le citochine, le quali possono assumere conseguenze molto diverse a seconda del soggetto in questione con effetti a livello vascolare, metabolico, allergico e comportamentale. Le citochine sono delle sostanze che possono generare anche alcuni tumori. (altro…)

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L’intolleranza glucidica ovvero l’intolleranza allo zucchero

L'intolleranza glucidica, ovvero l'intolleranza allo zucchero, non è molto conosciuta, infatti se ne parla poco rispetto ad altre tipologie d'intolleranza, come quella al glutine, una delle più note, tuttavia non per questo non merita attenzione, in quanto , negli ultimi tempi, si sta diffondendo in modo esponenziale. (altro…)
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Favismo e naturopatia

Fave, piselli, Verbena Hybrida, droghe vegetali, farmaci come i sulfamidici, i salicilici, la chinidina, il menadione (ma la lista può continuare) possono impoverire i globuli rossi di un enzima (il glucosio-6-fosfato-deidrogenasi eritrocitaria) essenziale alla loro vitalità. Questo è il favismo, un difetto congenito che, nel bacino mediterraneo, ha una frequenza tra il 4 e il 30%, facilmente diagnosticabile attraverso un test di laboratorio. (altro…)
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Attenzione agli additivi alimentari

Quanti di noi sono abituati a leggere le etichette prima di acquistare un cibo conservato? Partendo dal presupposto che dovremmo basare la nostra dieta principalmente su cibi freschi e di stagione ci troviamo spesso a scegliere tra gli scaffali del supermercato. Dobbiamo considerare che l'industria agroalimentare, in tutte le fasi di produzione e conservazione, aggiunge sostanze per preservare le caratteristiche del prodotto, per evitare la contaminazione microbica o per abbellire lo stesso . Spesso questi additivi possono risultare tossici o procurare reazioni allergiche a chi è sensibile, molti studi classificano alcuni di essi come cancerogeni. (altro…)
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