Secondo alcuni studi europei, il 13% dei bambini e il 10% degli adulti soffrirebbe di intolleranze alimentari, ma che cosa sono esattamente?

Si tratta di reazioni lente e progressive dell’intestino a cibi apparentemente insospettabili e che, in pratica, si assumono quasi ogni giorno: grano, latticini, uova…

Attenzione, però, a non confondere le intolleranze alimentari con le allergie. Rispetto a queste, infatti, i sintomi di un’intolleranza alimentare non si manifestano subito dopo l’ingestione del cibo “incriminato”, ma possono comparire nel tempo.

Per questa ragione, le intolleranze alimentari sono normalmente individuate attraverso il ricorso a un regime alimentare ristretto che, eliminando via via una serie di alimenti, permette di individuare i responsabili dell’intolleranza e, quindi, delle situazioni di malessere.

Cibi comuni all’origine di malesseri comuni, dunque: capogiri, mal di testa, gonfiori, stanchezza cronica, dermatiti e improvvisi cambiamenti di peso. Nei casi più gravi, le intolleranze alimentari possono vantare tra i propri sintomi anche insonnia, lievi forme di depressione e una riduzione progressiva della forza muscolare (la cosiddetta astenia).

In che modo, quindi, la naturopatia può essere utile a chi soffre d’intolleranze alimentari?

In primo luogo, attraverso la somministrazione del test kinesiologico (che va a integrare altre diagnosi effettuate in ambito medico). Con questo test, il naturopata è in grado di osservare la variazione del tono muscolare di una persona in seguito alla somministrazione o al contatto con i cibi “incriminati”.

Il passo successivo prevede, in genere, un’azione integrata nei confronti dell’intolleranza alimentare. Il naturopata potrà così far ricorso, allo stesso tempo, a:

  • Fitoterapia e, quindi, a piante ed estratti di piante
  • Oligoelementi, micronutrienti necessari alla crescita e allo sviluppo dell’organismo
  • Fiori di Bach che potranno andare a lavorare sulle manifestazioni “psichiche” dell’intolleranza alimentare, come aggressività e atteggiamenti ipercritici.

Infine, il naturopata valuterà anche la possibilità di integrare questi strumenti con integratori e tisane per aiutare l’organismo a depurarsi da tutte quelle sostanze a cui l’intestino si è ribellato, riconoscendole come tossiche per il metabolismo.

Solo di recente esiste anche un BioTest di terza generazione che viene eseguito sul capello o sul tampone salivare che consente l’analisi di oltre 600 alimenti.
Il test viene eseguita dai laboratori Daphne Lab .