Fave, piselli, Verbena Hybrida, droghe vegetali, farmaci come i sulfamidici, i salicilici, la chinidina, il menadione (ma la lista può continuare) possono impoverire i globuli rossi di un enzima (il glucosio-6-fosfato-deidrogenasi eritrocitaria) essenziale alla loro vitalità. Questo è il favismo, un difetto congenito che, nel bacino mediterraneo, ha una frequenza tra il 4 e il 30%, facilmente diagnosticabile attraverso un test di laboratorio.
Come si manifesta?
In genere, in maniera improvvisa. Nel giro di 12/48 dall’assunzione di queste sostanze, infatti, chi soffre di favismo può cominciare a sentirsi affaticato, ad avere febbre, mal di testa, nausea, mal di stomaco e crampi addominali; il colorito diventa anemico, giallo intenso e le urine assumono un caratteristico colore scuro. Nei casi più gravi (esistono infatti di diversi tipi di favismo), circa la metà dei globuli rossi è distrutta, mentre si manifestano i primi sintomi di un collasso cardiocircolatorio.
In questi casi, l’unica terapia immediata è rappresentata da una o più trasfusioni di sangue fresco, a cui, poi, seguiranno tutti gli accertamenti enzimatici.
Che aiuto può dare la naturopatia a chi soffre di favismo?
Le cure naturali (affiancate a eventuali trattamenti prescritti dal medico) possono aiutare i fabici ad attenuare i sintomi, prevenire eventuali attacchi e complicazioni, rafforzare il sistema immunitario e, quindi, rinvigorire le energie dell’organismo. In questi casi, le erbe e le piante più consigliate (a patto che non si soffra di ulteriori allergie) sono:
- L’angelica sinensis contro la stanchezza cronica (dilata i vasi coronarici, ostacola la coagulazione del sangue e rallenta leggermente la frequenza cardiaca)
- Il rabarbaro che, con le sue proprietà colagoghe, interviene sul fegato e, quindi, sull’anemia e l’ittero
Il consiglio fondamentale resta comunque quello di consultare il proprio medico e naturopata prima di assumere qualsiasi sostanza, naturale o sintetica che sia.
Senza dimenticare che, per i fabici, la miglior cura resta la prevenzione: evitare, quindi, tutti quegli alimenti e sostanze che potrebbe causare una crisi.